
Indagare il perché delle storie è l’obiettivo di questo mio blog. Se ne parla molto, molti ne parlano: quello che conto di fare è dare uno sguardo pratico, costruito sulla mia e sulle altrui esperienze che avrò modo di incontrare o leggere, su cosa le storie possono o potrebbero fare. Sui loro possibili impieghi, su quando hanno funzionato o quando, per qualche ragione, no.
Userò la mia fantasia e le mie fonti, proporrò idee e quando arriveranno ne ascolterò.
Siete tutti invitati a partecipare: io ve ne sono grato già da ora. Per oggi, però, mi lascio andare a un piccolo volo, e azzardo una mia prima risposta.
Perché una storia?
Perché non possiamo farne a meno. Noi, sia io che te, siamo dentro le storie fin dal momento del nostro concepimento. Siamo figli di una storia, che può essere matrimonio o avventura, che può esser stata violenza o dolcezza, che è ancora o che non è mai stata.
Perché se abbiamo qualcosa da dire diciamo “Ti devo raccontare…”, e perché se qualcuno ci chiede le ragioni profonde di una nostra scelta noi diciamo “Sai, quand’ero bambino…”, oppure “Quando mio padre…”, oppure “Mia madre diceva sempre…”.
Perché le storie mettono ordine, prendono episodi che non hanno legami tra loro, o che potrebbero non averne, e li mettono insieme, e gli danno un senso.
Perché le storie sono fatte di personaggi che hanno problemi, e ci promettono che quei personaggi alla fine, in un modo o nell’altro, quei problemi li risolveranno.
Perché le storie ci dicono che se anche Cappuccetto Rosso è stata una sprovveduta e sua nonna una vittima e il lupo alla fine ha vinto, la storia non finisce lì: alla fine arriva il cacciatore.
Perché le storie ci gettano in vicoli bui per insegnarci a inseguire una luce.
Perché se racconti un fatto le persone si distraggono, se cominci una storia la vogliono fino alla fine, e se sei bravo ne vogliono di più.
Perché chi gestisce le storie gestisce il Potere, e non è un caso che il Potere sia sempre lì a riscrivere la Storia, e a raccontare le sue storie, e a dirti quali storie non debbono essere ascoltate, viste, sentite, lette…
Perché una storia è quello che succede sempre tra Te e il tuo Altro, tra un lui e una lei (o un altro lui, o due lei, o tutte le altre combinazioni che ti possono venire in mente), tra un Eroe e il suo Nemico, tra un’Azienda e i suoi Clienti, tra un Dio e il suo Popolo.
Tra un cane e un gatto, un gatto e il suoi stivali, uno stivale e i suoi mare, un marinaio e la sua balena, una balena e il suo profeta.
Tanto per cominciare.
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Lorenza (martedì, 10 dicembre 2019 22:46)
Perché la storia di un altro può spiegare la mia, può dar senso alla mia, può addolcire la mia, può dare speranza alla mia, può evitare un pessimo finale alla mia.
Perché le storie di un altro, e di un altro e di un altro ancora mi permettono di evitare tante esperienze e di fare tante esperienze, nell’unica vita che ho, come se fossero mille e più mille vite diverse.
Ecco perché non posso farne a meno, delle storie.
Elisa (giovedì, 12 dicembre 2019 07:22)
La parola chiave?! Raccontare.
CIASCUNO DI NOI tutti i giorni Racconta... Racconta la sua giornata a chi gli sta vicino insomma senza che ce ne accorgiamo siamo pagine sulle quali si sta scrivendo una storia. Abbiamo fantasia! Abbiamo immaginazione! Abbiamo sempre qualcosa da dire, DA DIRE agli altri! Siamo pagine di storie che si intrecciano ad altre pagine per creare la storia di tutte le storie!!! Perché la storia di ciascuno di noi ogni giorno cresce... Perché ogni giorno aumenta il nostro bagaglio fatto di immagini e parole. Non smetteremo mai di raccoglierle e non smetteremo mai di raccontare e di raccontarci!!! Viva le storie e viva noi!!!