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Storie di questi giorni

di Giovanni Benzi

Uomo sorridente dietro le sbarre
Il recluso - disegno di Laura e giò

In questi giorni così strani non posso far altro che nutrirmi di storie. Devo fare anche altro, seguire mia figlia, occuparmi della casa, scrivere, prepararmi a quando tutto questo sarà finito, c'è molto che devo fare, certo, ma innanzitutto mi nutro di storie.

Quelle che vedo raccontate qua e la sui social, quelle che leggo, quelle che mi sono state suggerite, quelle che guardo sul mio tablet. Cerco storie, perché per me le storie sono state sempre anche, e forse soprattutto, nutrimento, balsamo, medicina.

Abbiamo vissuto tutti momenti di difficoltà

Questo lo so per esperienza mia e altrui, le difficoltà fanno parte della vita, e le storie nascono proprio da questo principio: raccontare una storia non è che mostrare come il personaggio x ha affrontato e risolto le sue difficoltà.

Poi ogni autore se giocato questo meccanismo come voleva, comprese tutte le volte in cui il personaggio x ha affrontato le sue difficoltà ma non le ha risolte, o le ha fuggite, o via dicendo.

Ma il principio resta valido.

Non sto neanche qui a dire quante volte qualcuno s'è inventato una pandemia, o un contagio, o un virus e ci ha creato una storia (qui puoi trovare qualche film, e qui qualche libro), ma in questo momento sono proprio queste le storie che io evito.

Per me la cosa più importante ora, dal mio punto di vista, non è leggere o guardare storie sul tema virus, o epidemia, o pandemia, o: la cosa più importante per me, ora, costretto come tutti ai domiciliari, è evadere.

Evadere non è fuggire

Lo diceva già Tolkien: "L'evasione del prigioniero non è da confondere con la fuga del disertore" (ecco un articolo interessante). Per me evadere in questo caso è tenermi il più distante possibile dall'angoscia, dalle paure che tutto questo mi scatena, e ritrovare uno spazio protetto in cui riacquistare una certa tranquillità.

Per me, ora, evadere significa fare tutto il possibile per mantenere vive e attive le forze, mettere in pausa lo stress per qualche istante almeno: in questo le storie sono uno strumento potente e meraviglioso.

Se mi appassionano, se mi prendono, se scatta quel meccanismo per cui quello che sto leggendo o guardando o ascoltando è più vero della realtà, allora, per un po' di tempo almeno, sarò in vacanza, e quando tornerò alla realtà mi sentirò ristorato.

Più forte.

Non so ancora se le storie guariscano, ma so per certo che curano.

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